Il punto di vista dell'osservatore pratico

A MIND IN PROGRESS

lunedì, settembre 22, 2008

No one I think is in my tree...

Quando nel 2004 dicisi di aprire questa paginetta pensavo che sarebbe stata la mia casa sull'albero...insomma, quel posto dove rifugiarsi e cercare riparo quando scoppia il temporale. Quel posto dove appendere i poster dei miei eroi senza essere guardato storto. Quel posto dove la mia età mentale potesse manifestarsi liberamente, nonostante la mia età anagrafica dica tutt'altro.

La mia voglia di evadere però procede di pari passo con la mia pigrizia genetica, per cui i miei post sono diventati più sempre più radi, come i capelli (quelli organici) del Berlusca.

Oggi però ho voglia di scrivere due righe.
Sono reduce da un fine settimana trascorso a Milano da Felipe, ex compagno di liceo, amico fraterno e voce/chitarra nei Beatowls.
Già tempo addietro parlai di lui, con toni quasi omosessuali...con quella passione che solo chi conosce la vera amicizia può avere.
Quando sono assieme a lui, per incanto ritrovo i miei 16 anni e riapro la mia casa sull'albero. C'è una sorta di cordone ombelicale che ci tiene collegati e anche se non ci vediamo molto spesso, ogni volta che ci incontriamo riprendiamo il discorso esattamente da dove l'avevamo interrotto.

Fra poco ne faccio 33 e lui a gennaio 35...ma la nostra età mentale è sempre ferma a quei fantastici 16 anni di scazzo, passione, pulsione, risate, idiozie adolescenziali e amenità varie.

Arrivo a Milano e me lo trovo a Lambrate, tragitto fino a casa sua speso ad aggiornarci circa i rispettivi lavori...quasi fosse una formalità che espletiamo immediatamente fra una fermata della verde e un passaggio pedonale. Entriamo in casa, saluto la sua donna e facciamo due chiacchiere. E poi subito sul tram in direzione centro. E lì si parla della band, delle nostre deficienze esistenziali nel campo lavorativo, dei nostri sogni di andare all'ufficio di collocamento e affermare di voler fare le rockstar da grandi. Poi ci parcheggiamo in un pub a vedere un incontro di premier league, mandando giù le prima quattro pinte della serata.
Poi si corre al ristorante come dei dannati danteschi, alla spasmodica ricerca di un cesso dove pisciare mentre alla nostra destra scorreva, per contrappasso, il naviglio.
E ancora, il dopocena in un locale in zona, a bere birrette e cantare ritornelli di brani vecchi ma non datati.
Il ritorno a casa, le partite a PES nel cuore della notte. E poi la sveglia il mattino dopo...io ancora a letto e lui nella stanza accanto a suonare Interstellar Overdrive con l'acustica.
Il pranzo, di nuovo la play e poi la Juve che vince a fatica contro il Cagliari al Sant'Elia...e poi la chiusura, passeggiando nei dintorni di Lambrate in cerca di un tabacchino aperto, le considerazioni su quanto Milano possa a offrire in termini di musica ed intrattenimento, la malcelata malinconia che avanza mentre si affaccia l'autunno, i progetti musicali, lo scazzo per la domenica pomeriggio...

Tornando a casa in treno, ho sentito chiaramente un cigolio: era la porta di legno della casetta sull'albero che si chiudeva. Alla parete c'è qualche poster in più. E in un angolo, vicino al letto, ho messo una chitarra acustica. Così la prossima volta che Felipe passa di lì, gli faccio suonare di nuovo Interstellar Overdrive...

1 Comments:

  • At 28/10/08 14:46, Blogger Francesco said…

    Quanto tempo che non curiosavo da queste parti. Il tempo passa e siamo sempre più pigri e indaffarati, ma non sarebbe male trovare un po' più di tempo per la propria casetta sull'albero. Il mio blog giace marmoreo in stand-by, in attesa di una seconda giovinezza.

     

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