Il Ritorno
Buongiorno a tutti.
Un mese fa, a quest'ora, ero in Sicilia. Probabilmente mi stavo alzando, preparandomi per la giornata di mare, pronto a gustare la tipica colazione a base di granita con panna e brioches.
Adesso sono a casa, sveglio da un'oretta, pronto ad affrontare la giornata che, meteorologicamente, non promette niente di che. Da un paio di giorni è tornato un insolito caldo che una volta avremmo definito tipicamente agostano. Mentre ad agosto, così mi riferiscono almeno per la prima metà del mese, il tempo è stato smaccatamente settembrino.
Insomma, il solito casino.
Sono già passate tre settimane da quando ho rimesso piede nella mia nordica residenza, sono successe un po' di cose e spero che nelle prossime settimane ne succedano altre. Insomma, la vita riparte con un po' di aspettative e progetti nel cassetto.
Nel frattempo ho ripreso le sane, vecchie abitudini: stare in piedi fino a tardi alla ricerca di qualche film da guardare.
E ieri sera il mio sguardo ha incrociato Elephant Man, di David Lynch. Versione in lingua originale con sottotitoli.
E sono rimasto sconvolto dalla visionaria delicatezza ed umanità con la quale Lynch racconta questa incredibile storia. Dall'infinita umanità dei cosiddetti freaks, dei mostri, che si cela sotto un aspetto a volte curioso, a volte ripugnante. Dalle stomachevoli mostruosità di cui possono essere capaci gli esseri umani. Che quando non conoscono hanno paura e che quando alla fine conoscono, pensano solo ad arricchirsi calpestando i sentimenti, che possono essere celati sotto una deformità bizzarra. Ma cosa importa, alla fine?
Ambientato in una Londra vittoriana che non si vede direttamente ma si respira e si coglie nei dialoghi, negli scorci dei bassifondi, nelle fumose ciminiere Lynch offre a tutti una storia vera, dipinta con incredibile bravura, sensibilità ma anche spietatezza nei confronti degli uomini che tolgono la dignità a John Merrick e lo relegano a semplice fenomeno da baraccone. Lui che nelle sue deformità mostra di avere un animo, semplice e profondo. Mostra di essere sensibile e avere dei sogni, piangere e ridere.
E morire felice, sapendo di essere circondato da amici.
Se vi manca, così come mancava a me, colmate immediatamente questa lacuna!
PS: in lingua orginale vi potete gustare il meraviglioso inglese dei dialoghi. So damn lovely!
PPS: grazie al Felipe che me ne parlava giusto venerdì scorso.
Un mese fa, a quest'ora, ero in Sicilia. Probabilmente mi stavo alzando, preparandomi per la giornata di mare, pronto a gustare la tipica colazione a base di granita con panna e brioches.
Adesso sono a casa, sveglio da un'oretta, pronto ad affrontare la giornata che, meteorologicamente, non promette niente di che. Da un paio di giorni è tornato un insolito caldo che una volta avremmo definito tipicamente agostano. Mentre ad agosto, così mi riferiscono almeno per la prima metà del mese, il tempo è stato smaccatamente settembrino.
Insomma, il solito casino.
Sono già passate tre settimane da quando ho rimesso piede nella mia nordica residenza, sono successe un po' di cose e spero che nelle prossime settimane ne succedano altre. Insomma, la vita riparte con un po' di aspettative e progetti nel cassetto.
Nel frattempo ho ripreso le sane, vecchie abitudini: stare in piedi fino a tardi alla ricerca di qualche film da guardare.
E ieri sera il mio sguardo ha incrociato Elephant Man, di David Lynch. Versione in lingua originale con sottotitoli.
E sono rimasto sconvolto dalla visionaria delicatezza ed umanità con la quale Lynch racconta questa incredibile storia. Dall'infinita umanità dei cosiddetti freaks, dei mostri, che si cela sotto un aspetto a volte curioso, a volte ripugnante. Dalle stomachevoli mostruosità di cui possono essere capaci gli esseri umani. Che quando non conoscono hanno paura e che quando alla fine conoscono, pensano solo ad arricchirsi calpestando i sentimenti, che possono essere celati sotto una deformità bizzarra. Ma cosa importa, alla fine?
Ambientato in una Londra vittoriana che non si vede direttamente ma si respira e si coglie nei dialoghi, negli scorci dei bassifondi, nelle fumose ciminiere Lynch offre a tutti una storia vera, dipinta con incredibile bravura, sensibilità ma anche spietatezza nei confronti degli uomini che tolgono la dignità a John Merrick e lo relegano a semplice fenomeno da baraccone. Lui che nelle sue deformità mostra di avere un animo, semplice e profondo. Mostra di essere sensibile e avere dei sogni, piangere e ridere.
E morire felice, sapendo di essere circondato da amici.
Se vi manca, così come mancava a me, colmate immediatamente questa lacuna!
PS: in lingua orginale vi potete gustare il meraviglioso inglese dei dialoghi. So damn lovely!
PPS: grazie al Felipe che me ne parlava giusto venerdì scorso.
1 Comments:
At 7/9/06 09:44, Gackeen said…
E' tornato il mio gemello!!!
Il film lo vidi anni fa, molto bello.
Posta un commento
<< Home