Goodbye George
Oggi pomeriggio se n'è andato uno dei più grandi calciatori europei e mondiali che la storia del calcio abbia mai conosciuto.
George Best si è spento poco dopo le 14.00, il fisico distrutto dall'alcol.
L'icona del genio e della sregolatezza. Un furia della natura in mezzo al campo, un ciclone fuori dal campo. Donne, alcol, eccessi di qualunque tipo.
Forse è questo il prezzo che gli animi talentuosi, qualunque cosa essi facciano, devono pagare alla vita. Proprio loro che dalla vita hanno ricevuti doni straordinari non sono in grado di condurre una vita normale.
Best si è spento poco per volta ma alla fine della sua vita, vissuta ai 1000 all'ora, ha voluto fare ancora una volta scalpore. Però perfettamente conscio della sua esistenza dissoluta che stava per finire.
"Don't die like me" titolava pochi giorni fa News Of The World a caratteri cubitali, riportando le parole e rendendo pubblica l'immagine di un Best a pezzi, giallo, in un letto d'ospedale, la raccapricciante controfigura dello spavaldo nordirlandese che negli anni '60 vestiva la maglia del Manchester United e che mandava in subbuglio le difese avevrsarie.
Questo è il risultato della mia condotta. Ecco come sono, guardate tutti. Non imitatemi, pensateci bene.
Negli ultimi giorni della sua vita ha saputo vincere la sua partita. Ha preso coscienza. Poco importa se alla fine dei suoi giorni. Non si è nascosto come tanti e ha mostrato come non si deve fare.
Non è stato certamente un santo, ma alla fine ha avuto coraggio.
Buon viaggio George!
George Best si è spento poco dopo le 14.00, il fisico distrutto dall'alcol.
L'icona del genio e della sregolatezza. Un furia della natura in mezzo al campo, un ciclone fuori dal campo. Donne, alcol, eccessi di qualunque tipo.
Forse è questo il prezzo che gli animi talentuosi, qualunque cosa essi facciano, devono pagare alla vita. Proprio loro che dalla vita hanno ricevuti doni straordinari non sono in grado di condurre una vita normale.
Best si è spento poco per volta ma alla fine della sua vita, vissuta ai 1000 all'ora, ha voluto fare ancora una volta scalpore. Però perfettamente conscio della sua esistenza dissoluta che stava per finire.
"Don't die like me" titolava pochi giorni fa News Of The World a caratteri cubitali, riportando le parole e rendendo pubblica l'immagine di un Best a pezzi, giallo, in un letto d'ospedale, la raccapricciante controfigura dello spavaldo nordirlandese che negli anni '60 vestiva la maglia del Manchester United e che mandava in subbuglio le difese avevrsarie.
Questo è il risultato della mia condotta. Ecco come sono, guardate tutti. Non imitatemi, pensateci bene.
Negli ultimi giorni della sua vita ha saputo vincere la sua partita. Ha preso coscienza. Poco importa se alla fine dei suoi giorni. Non si è nascosto come tanti e ha mostrato come non si deve fare.
Non è stato certamente un santo, ma alla fine ha avuto coraggio.
Buon viaggio George!
4 Comments:
At 28/11/05 18:39, Anonimo said…
Mitica ala! Ha giocato praticamente solo 5 anni ma è stato fenomenale!!! Il quinto beatles :-))
At 1/12/05 18:35, Anonimo said…
Peraltro, a pochi giorni di distanza da un altro George, che ci lasciò quattro anni fa...
At 1/12/05 20:40, the practical observer said…
Proprio così...all things must pass...
At 2/12/05 20:42, Anonimo said…
cause you' re simply the best!!!
better than all the rest!!!
better than anyone
anyone I've ever met!!!
Cindy ;-p
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