Il punto di vista dell'osservatore pratico

A MIND IN PROGRESS

sabato, dicembre 03, 2005

Do you believe in magic

Do you believe in magic in a young girl's heart
How the music can free her, whenever it starts
And it's magic, if the music is groovy
It makes you feel happy like an old-time movie
I'll tell you about the magic, and it'll free your soul
But it's like trying to tell a stranger 'bout rock and roll

Queste le parole dei Lovin' Spoonful, il gruppo americano capitanato da John Sebastian, nel 1965...

E ieri sera sono stato spettatore e protagonista di un evento magico. In un clima assolutamente irreale...

Come ogni venerdì sera, il dopocena è troppo corto...il tempo di bere il caffè e uscire col cane e poi in macchina, col muso rivolto verso la sala prove. E non so bene per quale motivo avessi fretta. Appuntamento con Emanuele alle solite, canoniche 21.15 sotto casa mia. Ma ieri sera, alle 21, ero praticamente già sotto casa sua.
Lo attendo pochi minuti ed eccolo che entra in macchina. Fuori dall'abitacolo una sottilissima, quasi inconsistente nevicata. Fa freddo, gli algidi cristalli di ghiaccio erano piovuti in abbondanza nel tardo pomeriggio. Ero convinto che tutto sarebbe sfumato in una sottile pioggerellina.

Arriviamo in sala prove prima degli altri. Che man mano ci raggiungono. In cantiere abbiamo Jump dei Van Halen. Rientra tutto nel piano di rinnovamento musicale del complesso che pare essere ancora senza un nome, avendo deciso di abbandonare il vecchio Cognizione Zero.

Proviamo la prima volta. Arriviamo agli assoli di chitarra e di tastiera e ci blocchiamo. Non per imperizia dei miei sodali, piuttosto per qualche imprecisione e qualche dettaglio che non riusciamo a comprendere. Quindi ci fermiamo. Sfodero una registrazione live del pezzo e lo ascoltiamo. Io e Giorgio apriamo la porticina per fumare...insomma, un minimo di ricambio d'aria. E constatiamo che la neve continua a scendere ma assolutamente inconsistente, al punto che sulla terra scura e umida rimangono solo pochissime tracce bianche.

Schiarite le idee, imbracciamo di nuovo gli strumenti e riproviamo. Con dedizione, calore, trasporto e entusiasmo. Dopo quasi due ore Jump è pronta, quasi rifinita. Ed è stato proprio in quel momento che ho sentito la magia. All'ennesima prova ho sentito il pezzo pulsare sotto le nostre mani, lucido e pronto e i nostri sguardi, assolutamente esaltati...un capolavoro. Alla fine un velo di sudore ammantava la mia fronte, a testimonianza dell'impegno ma anche del vigore.

A questo punto, euforico ma stanco, mi alzo dallo sgabello in attesa di aspirare con gusto la mia sigaretta. E così anche Giorgio. Riapriamo la porta e un manto di neve candida ci apre gli occhi. Rimaniamo letteralmente a bocca aperta. E dal cielo una cascata di fiocchi grossi così continua a riversarsi su quella terra non più scura ma nascosta ai nostri occhi.

Scambiamo due parole, ascoltiamo qualche altro pezzo e ci diamo appuntamento per la settimana che viene. E a quel punto ci tocca tornare a casa. Ma non importa se il cielo è rischiarato dai bagliori dei lampi e il silenzio, immane, innaturale, è rotto dai tuoni. Poco importa se la strada è completamente ricoperta di neve. Poco importa se ho un anabbagliante mezzo bruciato e le gomme non da neve e mezze consumate. Poco importa se ci impiegherò una vita a ritornare a casa, tutta in seconda a 40 all'ora. Poco importa se metà del mio parabrezza è appannato e quindi sono costretto a guidare mezzo piegato sul volante.

Avrei voluto che quella notte fosse durata per sempre, quelle luci irreali, l'adrenalina che scorre ancora, la neve che cade incessante. So già che domani mattina tutto sarà passato e la vita sarà tornata normale.

Però il ricordo di questa notte me lo porterò dietro per un po', così forte, sorprendente, intima, silenziosa, fredda, intensa.
Così magica.

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