Il punto di vista dell'osservatore pratico

A MIND IN PROGRESS

domenica, giugno 13, 2004

Per il sottoscritto l'inizio dell'estate e la comparsa dei primi caldi rappresentano un momento di riflessione.
L'arrivo della stagione più calda mi porta a guardare indietro, nel tentativo di capire se ho fatto qualche passo avanti rispetto al medesimo periodo dell'anno precedente.

Onestamente, non so dire il perchè di questa abitudine. Forse il retaggio di anni di vita scanditi dai ritmi scolastici e l'idea che un anno terminasse col finire delle lezioni.
Forse è anche colpa dei Righeira, che con la loro "L'estate sta finendo, un anno se neeee va, sto diventando grande, lo sai che non mi va", hanno trasformato l'estate (e la sua fine) in un momento di consuntivi.

Dunque, che stavo facendo l'anno scorso di questi giorni?

Innanzitutto schiumavo come un cavallo a causa dell'afa. L'aula del master con le tende abbassate. E comunque faceva caldo lo stesso.
La pausa pranzo nei giardini dietro l'università. Il verde intenso. La penombra del bar, le porte aperte, i caffè. Le lezioni saltate per scappare con la mia ex e stare qualche ora da soli. Le cene, il vino, le colline.
E poi...il caldo della sala prove, i concerti di fine luglio, il project work in Comune, una gita in montagna, la delusione di Manchester...i pantaloncini corti, i sandali e l'aria condizionata, pomeriggi inquieti...

E adesso? La pausa pranzo ai giardini c'è, magari non con la stessa frequenza. I caffè ci sono sempre, ma consumati per lo più da solo. L'università, anche quella c'è sempre. Assieme al lavoro. C'è mia mamma con la caviglia a buonedonne, c'è l'Europeo. C'è un concerto ai primi di luglio a Tortona.

Alcune cose sono rimaste, altre non ci sono più.

Mi mancano gli occhi e le mani. Probabilmente mi abituerò anche a questo, non so...