Il punto di vista dell'osservatore pratico

A MIND IN PROGRESS

domenica, settembre 26, 2004

Quant'è brutto dover aspettare. Star lì seduti e far finta di niente. Come se niente fosse accaduto. Come se questi ultimi mesi non fossero mai esistiti. Come se le tante emozioni provate...
Sei di fronte ad una porta, chiusa con un timer. Hai provato ad aprirla ma la maniglia gira a vuoto. Lasci passare qualche minuto e poi ci riprovi. Ma non c'è niente da fare.
Pensavo che aspettare fosse sopportabile. Invece sono in attesa solo da poche ore e mi sembra che mi manchi l'aria.
Cerco di distrarmi in ogni modo ma la mente, in maniera ossessiva, ritorna sempre sullo stesso punto. Cambio canale, leggo, ascolto musica, lavoro...provo un leggero sollievo per pochi minuti ma poi mi ritrovo nella stessa situazione. Fumo una sigaretta, svuoto un pacchetto, riempio un posacenere. Non cambia niente.
Odio aspettare, ho sempre odiato aspettare.
Odio star male, non è possibile star male in una giornata così bella. Il sole è caldo, un po' più basso sull'orizzonte, ma il suo tepore lo senti sulla pelle. Il cielo è azzurro, pulito, non una nuvola. Non c'è quasi umidità. Gli alberi davanti a casa praticamente sono ancora verdi. Qualche foglia gialla incomincia a far capolino, rendendo brizzolate le chiome. In città c'è movimento, i negozi sono aperti, si respira aria di festa.

E la porta è sempre chiusa.
Purtroppo non so quando si aprirà ma soprattutto cosa ci sarà dietro. E quello mi spaventa un po'.

Penso che ogni tanto nella vita si debba saper rischiare per quello a cui si tiene.Questa pausa mi farà capire tante cose che non so, di molte altre invece ho già colto il senso.
Ho visto il sole, ho sentito il vento, ho toccato la neve e me ne sono innamorato.