Agosto in Italia = ferie.
Questo era una di quelle certezze che ti portavi dietro fin da bambino. Tipo i regali sotto l'albero a Natale, la gita fuori porta a Pasquetta, i mercoledì di coppa.
E quest'anno, soprattutto quest'anno, un altro luogo comune dell'agire e del pensare italico è andato a gambe all'aria. Comunque non ce l'ho mica con gli italiani che non vanno in ferie. Hanno le loro sacrosante ragioni.
Certo che però fa effetto svegliarsi la domenica mattina sul tardi e vedere che sotto casa c'è quasi lo stesso traffico di automobili che c'è in una giornata qualunque durante l'anno.
In queste settimane un poco afose e in questi ultimi giorni pure nuvolose, ho preso l'abitudine di inforcare la bicicletta e farmi qualche decina di chilometri fuori città. Per osservare meglio paesaggi visti sempre di corsa da dietro il finestrino della macchina. Per asciugare un po' il sudore di dosso, anche se comunque quando torno a casa devo obbligatoriamente farmi un doccia. Per fare un po' di movimento, visto che ho scocciatori che insistono affinchè ricominci a giocare a calcetto a settembre. Sono un po' nella stessa situazione in cui si trova Roberto Baggio. Tutti vogliono che torni a calcare i campi in erba sintetica. Soprattutto i miei avversari. E capisco anche il perchè :)
Comunque, nel girovagare distratto sulle due ruote, oggi sono passato di fianco alla viuzza che porta ad una cascina utilizzata dagli scout, in cui ho passato tre estati a fare l'animatore per i centri estivi organizzati dalle Suore Salesiane. Parliamo di più di dieci anni fa.
Beh, la curiosità è stata tanta e il manubrio ha sterzato verso destra, facendomi ripercorrere strade che nel 1990 facevo a piedi sotto il sole delle 13.
Hanno rifatto la strada, adesso è completamente asfaltata. Prima lo era solo in un breve tratto.
Le case attorno sono sempre uguali. Anche i cartelli, un po' stinti dal sole e dalle intemperie.
C'è qualche cancellata in più.
Ci sono alcuni cani da guardia che probabilmente allora non esistevano ancora.
Però il largo campo d'erba ai piedi di un ripida discesa in cima alla quale sorge la cascina è sempre lo stesso. C'è sempre la torretta in legno, mi sembra di avere intravisto dei tronchi adagiati al suolo, sui quali spesso ci sedevamo, sotto il sole cocente.
C'è sempre la salitina sterrata e ripida che porta alla cascina.
Sarà stata la luce del pomeriggio che volge verso sera, sarà stata l'umidità nell'aria...l'immagine che mi è rimasta impressa nel cervello appare scura, un po' stinta. Come se anche la vegetazione e tutto l'ambiente fossero visibilmente invecchiati col passare del tempo.
E' in questi luoghi che ho dato il mio primo bacio...è qui che NON mi accorsi che una delle ragazze più carine e simpatiche del gruppo (nonchè single) mi faceva il tiro. Idiota!
Per carità...niente rimpianti...però all'epoca, quando lo scoprii (anzi, me lo dissero ma ormai era troppo tardi), ci rimasi male.
L'unica cosa che il tempo non ha portato via sono quelle stramaledettissime zanzare, che adesso sono grosse come dei B52...e che non si sono lasciate sfuggire l'occasione di assaggiarmi una spalla ed un polpaccio.
Notizie di questi giorni:
1. ho cambiato il cellulare...evento epocale...l'altro (che ha 3 anni e mezzo) l'ho messo a riposo serbandolo per le situazioni di emergenza. Adesso per altri 3 o 4 anni sono a posto;
2. mi sono tagliato il pizzetto. Ora sono completamente glabro, in volto intendo...tranne le sopracciglia. E ho anche capito perchè, da dieci anni a questa parte, ho sempre tenuto un po' di peluria intorno alla mia bocca: per mascherare la solenne faccia da pirla che mi ritrovo! Per fortuna, però, fra qualche giorno potrò di nuovo coltivare il mio orticello...
Questo era una di quelle certezze che ti portavi dietro fin da bambino. Tipo i regali sotto l'albero a Natale, la gita fuori porta a Pasquetta, i mercoledì di coppa.
E quest'anno, soprattutto quest'anno, un altro luogo comune dell'agire e del pensare italico è andato a gambe all'aria. Comunque non ce l'ho mica con gli italiani che non vanno in ferie. Hanno le loro sacrosante ragioni.
Certo che però fa effetto svegliarsi la domenica mattina sul tardi e vedere che sotto casa c'è quasi lo stesso traffico di automobili che c'è in una giornata qualunque durante l'anno.
In queste settimane un poco afose e in questi ultimi giorni pure nuvolose, ho preso l'abitudine di inforcare la bicicletta e farmi qualche decina di chilometri fuori città. Per osservare meglio paesaggi visti sempre di corsa da dietro il finestrino della macchina. Per asciugare un po' il sudore di dosso, anche se comunque quando torno a casa devo obbligatoriamente farmi un doccia. Per fare un po' di movimento, visto che ho scocciatori che insistono affinchè ricominci a giocare a calcetto a settembre. Sono un po' nella stessa situazione in cui si trova Roberto Baggio. Tutti vogliono che torni a calcare i campi in erba sintetica. Soprattutto i miei avversari. E capisco anche il perchè :)
Comunque, nel girovagare distratto sulle due ruote, oggi sono passato di fianco alla viuzza che porta ad una cascina utilizzata dagli scout, in cui ho passato tre estati a fare l'animatore per i centri estivi organizzati dalle Suore Salesiane. Parliamo di più di dieci anni fa.
Beh, la curiosità è stata tanta e il manubrio ha sterzato verso destra, facendomi ripercorrere strade che nel 1990 facevo a piedi sotto il sole delle 13.
Hanno rifatto la strada, adesso è completamente asfaltata. Prima lo era solo in un breve tratto.
Le case attorno sono sempre uguali. Anche i cartelli, un po' stinti dal sole e dalle intemperie.
C'è qualche cancellata in più.
Ci sono alcuni cani da guardia che probabilmente allora non esistevano ancora.
Però il largo campo d'erba ai piedi di un ripida discesa in cima alla quale sorge la cascina è sempre lo stesso. C'è sempre la torretta in legno, mi sembra di avere intravisto dei tronchi adagiati al suolo, sui quali spesso ci sedevamo, sotto il sole cocente.
C'è sempre la salitina sterrata e ripida che porta alla cascina.
Sarà stata la luce del pomeriggio che volge verso sera, sarà stata l'umidità nell'aria...l'immagine che mi è rimasta impressa nel cervello appare scura, un po' stinta. Come se anche la vegetazione e tutto l'ambiente fossero visibilmente invecchiati col passare del tempo.
E' in questi luoghi che ho dato il mio primo bacio...è qui che NON mi accorsi che una delle ragazze più carine e simpatiche del gruppo (nonchè single) mi faceva il tiro. Idiota!
Per carità...niente rimpianti...però all'epoca, quando lo scoprii (anzi, me lo dissero ma ormai era troppo tardi), ci rimasi male.
L'unica cosa che il tempo non ha portato via sono quelle stramaledettissime zanzare, che adesso sono grosse come dei B52...e che non si sono lasciate sfuggire l'occasione di assaggiarmi una spalla ed un polpaccio.
Notizie di questi giorni:
1. ho cambiato il cellulare...evento epocale...l'altro (che ha 3 anni e mezzo) l'ho messo a riposo serbandolo per le situazioni di emergenza. Adesso per altri 3 o 4 anni sono a posto;
2. mi sono tagliato il pizzetto. Ora sono completamente glabro, in volto intendo...tranne le sopracciglia. E ho anche capito perchè, da dieci anni a questa parte, ho sempre tenuto un po' di peluria intorno alla mia bocca: per mascherare la solenne faccia da pirla che mi ritrovo! Per fortuna, però, fra qualche giorno potrò di nuovo coltivare il mio orticello...
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