Il punto di vista dell'osservatore pratico

A MIND IN PROGRESS

venerdì, luglio 02, 2004

Finalmente il weekend. Per tirare il fiato e divertirsi con gli amici.
Come già detto, in questi due giorni bazzicherò fra Versilia e Firenze (più o meno).
Lo zaino a casa è già pronto, stamattina sono in ufficio per sistemare due o tre cose ma non so quanto riuscirò a combinare, dato che fra un'ora impaglio i tondi e me ne torno a casa per la passeggiatina fisiologica col mio amico peloso, per un pranzo veloce e per la fuga in stazione a prendere il treno per Genova.

Ma soprattutto vado AL MARE. Era ora. Non ne posso più dell'afa, della banfa che viene su dalle strade, dei tramonti in pianura velati dall'umidità. E' necessario staccare un attimo, anche solo per 48 ore.

Ieri sera prove col simpatico complessino: ho suonato veramente da cane, però questa volta il nostro spettacolo inizia ad essere un po' più organizzato e coerente. Ci è voluto un po' di tempo per riuscire ad amalgamarci dato che siamo in 7. E ci è voluto un po' di tempo per far apparire sensato un coacervo di 25 canzoni che hanno poco da spartire l'una con l'altra.

Non vedo l'ora che sia il 10! Non vedo l'ora di essere comodamente seduto dietro la mia batteria. Che poi quando suoni certamente sei concentrato su quello che fai però poi ti guardi intorno, scruti le facce di chi ti ascolta, guardi i tuoi soci che suonano, osservi le dinamiche che si sviluppano. Sarà interessante, perchè di fianco ci sono due vetrate che danno sui portici della via Emilia e quindi magari darò un'occhiata alla gente che passa, che magari ci guarderà incuriosita.

O forse è meglio che mi faccia gli affari miei e stia bene attento a quello che suono. Che poi all'inizio sei sempre teso come una corda di violino, pensi alla prima canzone, a quel fill, allo stacco, al finale di quell'altro pezzo, al bridge nel medley, ti vengono in mente i passaggi che ritieni il classico "ostacolo" da saltare. Poi il tempo scorre, i brani si susseguono, sbuffo, sudo, mi produco nel mio solito campionario di facce e quasi non mi accorgo che siamo all'ultima canzone.

Non fai a tempo ad iniziare suonare che già ti ritrovi, a conecerto finito, in piedi che bevi una birra e guardi il tuo strumento, che dice: adesso che sei stanco, sudato e avresti voglia di non fare un cazzo...beh, mi devi smontare e caricare sul furgone!