Il punto di vista dell'osservatore pratico

A MIND IN PROGRESS

mercoledì, marzo 02, 2005

Losing his religion

Ok.
I giorni passano e fortunatamente si sopravvive a tutto.
E' passato Carnevale con i suoi coriandoli.
E' passato S.Valentino con il suo marketing.
E' passata la notte degli Oscar con le sue statuette.
Sta passando anche SanScemo in tutta la sua apparenza e poca sostanza.

Però spesso sono gli eventi piccoli, quelli quotidiani che lasciano il segno.

Ebbene, questa sera, in procinto di uscire con l'amico peloso ricevo una visita inaspettata quanto sconvolgente.
Mia sorella (perchè ho anche una sorella, anzi due) fa irruzione in casa e mi cerca. Con occhio preoccupato pronuncia la seguente frase: "Ho bisogno del tuo aiuto, è una cosa urgente!"
E io: "Dimmi.."
E lei: "C'è tuo nipote di là (eh sì, ho anche un nipote, anzi due) che sta urlando 'Forza Milan' e dice che vuole la maglia a strisce rossonere".

.................

Cristo!

Posso assicurare che tutto il freddo di questi giorni non è riuscito a congelare il mio sangue come questa affermazione. E poi un'immagine terrificante ha iniziato a prendere forma nel mio cervello: un ragazzino, avvolto nella sua sciarpa rossonera, che inneggia vedendo in televisione la partita d'addio del capitano del Milan, Rino Gattuso, che abbandona il calcio giocato dopo una carriera di tutto rispetto.

Eh no, questo è troppo. Potete dire che i Beatles fanno schifo e lo tollererei (a fatica). Potete affermare che Freddie Mercury non era granchè e farei finta di non aver sentito(ma anche voi non sentite bene).
Potete sostenere che il Bonzo era un buon batterista rock e niente più e potrei anche chiudere un occhio (dopo averlo chiuso a voi con un pugno, ovviamente).

Ma mio nipote tifoso del Milan MAI!

A questo punto, veloce come una saetta mi trovo di fronte a mio nipote, il quale con un sorriso quasi provocatorio mi guarda e continua a dire "Forza Milan, forza Milan". Io mi seggo...ho una certa età e certe cose fanno sobbalzare il mio povero cuore.
In tasca ho il breviario, una maglia della Juve sul cui retro campeggia a caratteri cubitali il numero 21 e il nome del suo proprietario, Lilian Thuram. Convinco l'indemoniato ad avvicinarsi e gli chiedo il perchè di tali affermazioni.
E lui candidamente risponde: "Me l'ha detto D. (nome del suo amichetto dell'asilo)".
E io: "Ecchiccacchiè D.? Non ascoltarlo". Ed estraggo prontamente la maglia. Mio nipote la guarda e sorride.
Mi sorella è al mio fianco e freme.
Io: "La vedi questa maglia? Te la regalo. Non devi dare retta a D., non sa quello che dice. La nobiltà del calcio è solo bianconera." E lui (carogna!): "Ma è troppo grossa e poi i miei amici mi guardano brutto". E mia sorella: "Certo che ti guardano brutto. Non capiscono niente!"
Io: "E ti regalerò una maglietta della tua misura, col nome di Nedved. Il Pallone d'Oro"
E a mio nipote si illuminano gli occhi, di una luce buona però.
Io: "Però mi devi promettere che non dirai mai più quella brutte parole! Dammi la mano, da vero uomo!"
Lui: "Va bene. Forza Juve!"

E prometto solennemente che mio nipote potrà presto sfoggiare la sua nuova fiammante maglietta bianconera molto presto!