Il punto di vista dell'osservatore pratico

A MIND IN PROGRESS

giovedì, maggio 26, 2005

Mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa

Sono assolutamente imperdonabile...sto trascurando troppo il mio blogghino.
Prima il blocco dello scrittore (scrittore...umpf)
Poscia il lavoro (lavoro..LOL)
Ma quest'oggi un po' di tempo ce l'ho. E quindi vediamo un po' di buttar giù nero su bianco qualche impressione...

Stamattina, mentre andavo in ufficio per verificare un paio di cose (anche se oggi è il mio giorno libero...pirla che non sei altro), stavo ripassando mentalmente le immagini trasmesse in mondovisione ieri sera da Istanbul...in occasione di cosa lo sapete benissimo.

Ed immediatamente mi sono tornati alla mente gli istanti vissuti il 28 maggio 2003. Linea diretta Alessandria - Manchester.
L'Old Trafford è pieno come un uovo...e risuona italiano.
Milan e Juve si giocano la Coppa dei Campioni.
Noi arriviamo in finale neo-campioni d'Italia, senza Nedved e dopo aver fatto scintille ed eliminate le due squadre storiche della Liga: Barcellona e Real Madrid.
I rossoneri ci arrivano dopo due pareggi nel derby europeo con l'Inter.

Siamo nella tavernetta del Gabosso...i soliti del calcetto, tutti gobbi. Tranne il Gianca, infiltrato bandanato, che si presenta con magliettina del Milan ed un vassoio di salatini. Il barilotto da 5 litri di birra e sul tavolo...il pacchetto di sigarette è mezzo pieno. Inizia la partita.

Io sono in trance, non ho ricordi nitidi del match...ma mi ricordo una Juve inguardabile, Montero terzino sinistro in modalità paletto dello slalom in marcatura su Shevchenko, che ancora adesso il Paolino si sta guardando attorno per cercare di indovinare da che parte sbucherà l'ucraino. E poi Gattuso che corre come un matto, un Milan che abbaia ma non morde, Davids e Tudor che si rompono, il Milan che gioca praticamente in 10 gli ultimi minuti della partita a causa dell'infortunio a Roque Junior.

E poi i rigori. Mi alzo...impreco, passeggio agitato, fumo...e poi mi nascondo dietro il divano per non guardare.
Insomma, ce la prendiamo in saccoccia. E' la quarta finale di Champions con la Juve che vedo (escludo l'Heysel perchè non me lo ricordo) ma solo delusioni (a parte il '96).
Torno a casa distrutto, clacson di milanisti ovunque. Cari amici che essemmessano o telefonano irridendomi senza tanti problemi. Ci sta, quando si perde.

Passa il tempo ma rimane tutto lì...si deposita e fermenta e quando stappo la bottiglia ne viene fuori un antimilanismo senza precedenti.
Se ci aggiungiamo un bel po' di invidia...insomma, a fine prime tempo il Milan davanti di tre goal, partita perfetta, coppa in tasca e tutti con la mente a S.Siro per festeggiare il settimo titolo continentale.

E invece no.

Ieri sera è stato un sogno. La rimonta, lo smarrimento, i rigori...Dudek che balla, Shevchenko che sbaglia...e se lo ricorderà per un bel po'...
Insomma, quest'anno il Carletto nel suo ristorante dove serve solo secondi, oltre ai piatti torinesi potrà offrire anche succulente libagioni meneghine.

Insomma, i Meravigliosi non hanno vinto un ceppa. Ma intanto loro sono sportivi...sanno che partecipare è più importante che vincere.

Io invece no!

When you walk through a storm
Hold your chin up high
And don't be afraid of the dark.
At the end of a storm
Is a golden sky
And the sweet, silver song of a lark.

Walk on, through the wind,
Walk on, through the rain,
Though your dreams be tossed and blown.
Walk on, walk on with hope in your heart,
And you'll never walk alone,
You'll never walk alone