Il punto di vista dell'osservatore pratico

A MIND IN PROGRESS

martedì, ottobre 26, 2004

Un mesetto fa ero impegnato a completare un rapporto di ricerca su un progetto che ho iniziato a seguire circa due anni fa.
A fine settembre (che era più l'inizio ottobre) il lavoro era finito e tutto soddisfatto l'ho spedito a chi di dovere, dopo averlo sottoposto a rigorosa lettura e correzione. Ovviamente non mi aspettavo che fosse perfetto.
E infatti chi di dovere mi ha richiamato e mi ha elencato una sfilza di modifiche da fare, alcune di forma, altre di sostanza.
Ora mi trovo nel mio ufficio in università, con un pacco di interviste qui di fianco, un pacco altrettanto voluminoso di fax in cui mi si autorizza a pubblicare i brani di alcune interviste raccolte. E adesso devo rimettere mano al lavoro per correggere gli errori di forma.
La cosa che mi pesa di più però è che sono sempre chiuso qui dentro. Lavoro con fogli di carta e incomincio ad averne le palle piene. O forse incomincio ad avere le palle piene di questo rapporto di ricerca.
Spero di doverlo modificare per l'ultima volta. Poscia mi dedicherò o all'agricoltura biologica o mi metterò a fare qualche bel mestiere, di quelli dimenticati dal tempo, tipo il lattoniere o lo stagnino. L'importante è che non siano più lavori di concetto.

Un prof. col quale ho diviso la pausa sigaretta pochi minuti fa mi ha detto parole sagge da scolpire nella roccia: questo lavoro è un po' come una scopare col preservativo ma senza godere.

lunedì, ottobre 25, 2004

Why Worry - Dire Straits

Baby I see this world has made you sad
Some people can be bad
The things they do, the things they say
But baby I'll wipe away those bitter tears
I'll chase away those restless fears
That turn your blue skies into grey

Why worry, there should be laughter after the pain
There should be sunshine after rain
These things have always been the same
So why worry now

Baby when I get down I turn to you
And you make sense of what I do
I know it isn't hard to say
But baby just when this world seems mean and cold
Our love comes shining red and gold
And all the rest is by the way

Why worry, there should be laughter after pain
There should be sunshine after rain
These things have always been the same
So why worry now

sabato, ottobre 23, 2004

E dopo immani fatiche a causa delle mie scarsissime conoscenze informatiche, fra un raggio di sole che fa capolino fra le nuvole e sulle note della versione di In Held (Twas) In I dei Transatlantic, originalmente composta ed eseguita dai Procol Harum (sì, proprio quelli di A Whiter Shade Of Pale), vede la luce la versione 2.0 del mio sgangherato zibaldone.

Ho mantenuto un piccolissimo legame col passato...il colore verde...anche se non si può minimamente avvicinare a quell'imbarazzante verdaccio che faceva da sfondo ai miei deliranti racconti.
Insomma, verde speranza, verde padano (anche se non sono leghista), verde bile, verde kryptonite, verde Incredibile Hulk, verde come le mie tasche...

venerdì, ottobre 22, 2004

Le grandi inchieste dell'osservatore pratico

Dopo una lauta cena a base di carpaccio di manzo con scaglie di grana e tartufo nero, gnocchi della Val Varaita con fonduta e tartufo, un piatto di formaggi misti, il tutto annaffiato da un ottimo Prosecco di Valdobbiadene Cartizze Riserva + caffè e Jaegermeister liscio, ecco che inauguro un grande sondaggio di opinione.

Mettendo a frutto l'esperienza accademica di ricerca maturata in tutti questi anni, vi chiedo di rispondere a queste semplici domande e di inviarmi le risposte all'indirizzo mail indicato qui di fianco.
A sondaggio ultimato, elaborerò i dati e li commenterò assieme a voi!

ps: oggi ricorre il quarto anniversario del mio incidente automobilistico, nel quale sfasciai il mio pandino (non per colpa mia). Magari un giorno ve ne parlerò!
pps: dimenticavo...ovviamente i dati verranno trattati in forma aggregata ed anonima, quindi è garantita la privacy più totale.
ppps: forse.


Se fossi un mese sarei:
Se fossi un giorno della settimana sarei:
Se fossi un orario del giorno sarei:
Se fossi un animale marino sarei:
Se fossi una direzione sarei:
Se fossi un articolo di arredamento sarei:
Se fossi un peccato sarei:
Se fossi un personaggio storico sarei:
Se fossi un liquido sarei:
Se fossi un albero sarei:
Se fossi un uccello sarei:
Se fossi un arnese sarei:
Se fossi un fiore sarei:
Se fossi un evento atmosferico sarei:
Se fossi una creatura mitologica sarei:
Se fossi uno strumento:
Se fossi un colore sarei:
Se fossi un regista sarei:
Se fossi un'emozione sarei:
Se fossi un frutto sarei:
Se fossi un suono sarei:
Se fossi un elemento sarei:
Se fossi una canzone sarei:
Se fossi un film sarei:
Se fossi un libro sarei:
Se fossi un cibo sarei:
Se fossi una città sarei:
Se fossi un materiale sarei:
Se fossi un sapore sarei:
Se fossi un profumo sarei:
Se fossi una parola sarei:
Se fossi un oggetto sarei:
Se fossi una parte del corpo sarei:
Se fossi un'espressione del viso sarei:
Se fossi una materia scolastica sarei:
Se fossi il personaggio di un cartone animato sarei:
Se fossi un numero sarei:

domenica, ottobre 17, 2004

Eccomi, in questi ultimi giorni ho trascurato un po' questo blog "raffazzonato e sgrammaticato" (cit.). Mi pare giusto fare un po' il punto della situazione.

Innanzitutto vorrei dare il benvenuto in questo folle intreccio di righe e paragrafi messi a caso a mr. Zack McKraken, mente acuta e fine osservatore delle cose del mondo (io sono solamente un suo umile allievo). Il link al suo blog è qui di fianco.

Dunque, dicevo...ah sì...la settimana che fra poche decine di minuti si chiuderà è stata particolare ed intensa, come poche in questi ultimi tempi.
Sto apprezzando le possibilità che il mio status di disoccupato mi sta offrendo. Questa sorta di vacanza forzata mi offre tutto il tempo per metabolizzare vicende varie ed eventuali, ma soprattutto grandi avvenimenti.

Partiamo dall'ultimo weekend, 9/10 ottobre: giunta alla seconda edizione, si è tenuta presso la tpo maison (trasformata per l'occasione in tpo studios) l'annuale jam dell'IFMQ Band (per le foto cliccate qua). Riuniti fra le mura degli studios, ci siamo dilettati fra note, scale, accidenti vari (nel senso di diesis e bemolle), pasta al sugo e in giro per la provincia di Alessandria ci siamo persi fra pizze, simpatici cori rivolti alla mia persona (...perchè è una testa di cazzo...) e tributi agli Aerosmith (degli ottimi Eurosmith - cliccate qua).
In ordine vario ed eventuale vorrei ringraziare:

- Thomas, perchè è il mio gemello e con lui ho diviso la batteria, sudando come un porco;
- Alex, l'invidiatissimo (da me) polistrumentista della masnada;
- Claudio, perchè è una sagoma e perchè mi ha spedito le locandine del Vernacoliere
- Stefano, che ci ha portato il basso e ci ha deliziati con la sua presenza e con le sue corde vocali;
- Francesco, col quale ormai ci si vede con cadenza settimanale, voce e presenza;
- Marco, che per venire ha sfidato i moscerini padani e ha avuto il coraggio di alzarsi alle 7 del mattino (dopo che ci si era abbioccati che erano le 3 e un pezzo) per il gp e il motomondiale;
- Peppe, che ho conosciuto per la prima volta e che è una gran bella persona. Ci vediamo presto!

Lunedì invece era il mio compleanno. Sono 29. Ben spesi, sicuramente. Non rimpiango una virgola di quello che ho fatto fino ad ora. Ho commesso qualche errore, ma d'altronde chi non ne fa? Un ringrazimento a tutti quelli che, in modi e maniere differenti, hanno espresso il loro affetto nei miei confronti. Grazie dal cuore!

Martedì sono andato a fare un po' di pulizia nella sala prove assieme ad alcuni componenti del simpatico complessino in cui suono. Ma la notizia più bella è che Davide, il nostro bassista, diventerà presto papà. Agurissimi dunque a lui e a Nadia...e al nuovo piccolo essere umano che verrà presto a farci compagnia in questo curioso e tutto sommato simpatico pianeta.

Mercoledì e giovedì sono state giornate uniche. Una persona a me vicinissima mi ha regalato dei momenti indimenticabili, che mi porterò nella tomba, questo è sicuro. E non troverò mai le parole adeguate per esprimere a questa persona la mia riconoscenza. Con la sua gioia, la sua bellezza e la sua spontaneità mi sta aiutando tantissimo, con questa persona sento che sto crescendo. In qualche modo sto cambiando, finalmente vengono alla luce lati di me che pensavo morti e sepolti, sto imparando ad essere veramente me stesso...e siamo solo all'inizio. Spero un giorno di potervi rivelare di chi sto parlando.
Ti adoro. Sei un dono del cielo. Meno male che ci sei!

Venerdì sono stato per la seconda volta in un mese a Genova. Questa città mi sta entrando nel cuore, con le sue salite e discese, i suoi squarci di mare e le sue alture. Ha angoli nascosti che neanche a sognarli li si potrebbe immaginare. Soprattutto se non si è da soli. Ho girato per via XX, piazza De Ferrari, Via Garibaldi, gli intricati carruggi, via S.Vincenzo, piazza della Vittoria (si chiama così Frà, giusto?)...ogni volta che me ne vado, lì rimane un pezzetto del mio cuore.

Sabato sono stato al matrimonio di Katia, una carissima amica, compagna di peripezie liceali, con la quale ho diviso 4 dei miei 5 concerti dei Dream Theater, lunghe chiacchierate davanti a caffè fumanti e ascoltato chilometri e chilometri di musica.
In occasione del concerto dei DT a Toscolano Maderno, due o tre anni fa, mi ricordo che parlammo a lungo del fatto che lei fosse sola, di quanto le mancasse una persona con la quale condividere l'estrema quotidianità e grandiosità della vita. Poi, quando meno te l'aspetti, questa persona è apparsa. Ed è stato un cammino fatto di giorni che hanno seguito altri giorni, durante i quali Katia e Andrea si sono conosciuti. E alla fine, come in un bel film, mi sono trovato in un'antica abbazia dell'alessandrino a festeggiare assieme a loro questo giorno meraviglioso. Sono orgoglioso di voi ragazzi! Vi auguro solo ed esclusivamente il meglio. E divertitevi in Scozia...rosico...
E grazie al vino ho potuto conoscere nuove persone: Pamela, Riccardo (una macchietta, accidenti!), Federico. E ho incontrato di nuovo Alessandro, che presto si lancerà nella sua carriere da scrittore. In bocca al lupo Ale!

Oggi, per concludere, sono stato tutto il pomeriggio a Moncalieri. L'occasione di visitarne il castello mi ha fatto conoscere una nuova città del Piemonte. Fino a poche ore fa Moncalieri era solo il nome di un grosso comune nella prima cintura di Torino. Da oggi so che è anche una città con un centro storico meraviglioso, abbarbicato su una collina, con stradine tortuose che offrono scorci suggestivi. Quasi ti dimentichi che ad una manciata di chilometri c'è quella che era una delle più importanti città industriali dell'Italia. A questo quadretto bisogna aggiungere i colori e gli odori di una festa di paese, con i suoi banchetti, il vino, i panini con la salsiccia, la musica, la gente che va e viene, i bomboloni alla crema e al cioccolato, le frittelle di mele, i formaggi, i prodotti d'artigianato, il vento e due treni persi (uno a Moncalieri e l'altro a Torino Lingotto) che mi hanno fatto arrivare a casa alle 20.30.

Insomma...penso di aver festeggiato nel migliore dei modi il mio genetliaco. E' stata una gran bella settimana. Sono felice...anche se sono ancora a spasso. Ho avuto delle conferme, ho avuto delle sorprese.

Ma la più bella sei tu, che illumini tutti i miei giorni!

Meno Male Che Ci Sei - PFM

A te basta sorridere per avere ragione
A me nel cuore è la musica che mi dà ragione
Se ti amo è nell'aria
Coi miei momenti blu, nei giorni in cui mi piove dentro

Cosa c'entra la luna oggi se mi gira male
Se mi batte la testa forte come un temporale
Ma ti sento nell'aria
E in tutta la città non c'è altro posto dove andrei

Meno male che ci sei

E non c'è solo la musica per un'emozione
Posso anche sorridere senza una ragione
Perché ti sento nell'aria
E in tutta la città non c'è altro posto dove andrei

Meno male che ci sei


giovedì, ottobre 14, 2004

...e quando meno te lo aspetti tutto ricomincia...

lunedì, ottobre 11, 2004

29!

ps: Gesugiuseppeemaria! O__o

venerdì, ottobre 08, 2004

Canzone del pomeriggio, sono di buonumore...buon weekend!

Everlasting love - Howard Jones

He wasn't looking for a pretty face
She wasn't searching for the latest style
He didn't want someone who walked straight off the TV
She needed someone with an interior smile

She wasn't looking for a cuddle in the back seat
He wasn't looking for a five minute thrill
She wasn't thinking of tomorrow or of next week
This vacancy he meant to permanently fill

I need an everlasting love
I need a friend and a lover divine
An everlasting precious love
Wait for it, wait for it, give it some time

Back in the world of disposable emotion
In the climate of temporary dreams
He wasn't looking for a notch on his bedpost
A love to push, pull and burst at the seams

Is this love worth waiting for
Something special, something pure

Is this love worth waiting for
Bitterness will die for sure
Something special, something pure
Is this love worth waiting for

mercoledì, ottobre 06, 2004

Uno degli ospiti del mio blog è stato rimosso. Non certo per intemperanze col sottoscritto. Il link al blog del Felipe non è più qui di fianco che fa bella mostra di sé.

Ma a questo punto vi starete chiedendo: ma chi è Felipe? O magari vi starete domandando, con un artifizio retorico: ma che ci frega di Felipe?

A me le domande retoriche non sono mai piaciute. Come non sopporto quelli che si fanno le domande da soli o ancora quelli che dicono: "Io mi domando e chiedo". Ma che cacchio...fate la domanda e basta.

Comunque...chi è Felipe?

L'incontro fra il sottoscritto e il losco figuro di cui sopra risale all'autunno del 1989. Mi apprestavo a compiere i miei primi 14 anni e mi avventuravo nel caleidoscopico mondo dei brufoli, degli eccessi ormonali e dei primi pruriti inguinali...insomma...stavo iniziando le scuole superiori. Per la precisione la maxisperimentazione linguistica che proprio quell'anno accoglieva le prime classi di studenti, novità assoluta sull'italico territorio.
Ebbene, il Felipe, di un anno più vecchio di me, mi si presentava in maniera particolare. Per me era Mr. Beatles & Rolling Stones, in forza della sua passione per questi complessi rock albionici. Sempre accompagnato dalla figura mitica del Paolino, se ne stava tranquillo in disparte a chiacchierare di musica che io non conoscevo assolutamente.
Però le lezioni di francese trascorse gomito a gomito sono state illuminanti: rock, deliri vari, i Dirty Pigs, le caramelle sputate. Insomma, stava per iniziare uno dei periodi mitici della mia esistenza. La mia palestra per eccellenza, scuola di humor, sarcasmo tagliente, spensieratezza e goliardia. Tutto all'insegna del rock e della Juventus.
Indimenticabili alcuni duetti, tipo quello durante il viaggio di ritorno da non mi ricordo bene quale gita scolastica: ci producemmo in una fedele riproduzione dell'Inno del Corpo Sciolto di Benigni, riproponemmo in maniera assolutamente originale alcuni dialoghi tratti da capolavori quali Full Metal Jacket e Shining (ci faccio caso solo ora che entrambi sono di Kubrick).
Per non parlare delle session a casa sua a base di compiti (pochi), interviste fasulle ad Ice T, cover dei Red Hot Chili Peppers...il tutto immortalato su nastri magnetici che posseggo ancora (e non pubblicherò mai!).
Come dimenticare i pomeriggi passati al campo sportivo a giocare a pallone, le gite natalizie a Milano durante le quali ci trasformavamo in un branco di animali interessati solo a far del casino fine a se stesso e con l'obiettivo di comprare più cd possibili. Immancabile la rassegna finale di acquisti sul treno, a prenderci per il culo per i respettivi acquisti fatti.
O per esempio, un weekend dell'estate '92 trascorso nella sua casa al Sassello...ricordo la sera davanti a casa al buio a parlare di stronzate e ad ascoltare i Rage Against The Machine, sua nonna che russava, la visita in religioso silenzio al campetto dove regitrò i leggendari nastri con lo Zuni, un tragicomica partita di tennis sotto il sole, il viaggio di ritorno sul pandino di belinskuhravy cantando a squarciagola le canzoni del Duca Bianco.

Poi il diploma e l'università...eh sì, perchè il sodalizio col Felipe ha avuto anche una parentesi accademica. Ma come per tutte le cose geniali, c'è una salita, c'è l'acme e c'è il declino. Per tanti motivi...insomma, anche Lennon e McCartney si sono odiati per un po'. Noi non ci siamo mai odiati...ma lui in quel periodo aveva cambiato città, aveva un altro giro, anch'io ne avevo un altro. L'immancabile split...poi lui cambiò anche università e ci fu il balckout per sette anni.

Finchè, su imbeccata di un vecchio compagno di scuola, venni a sapere che il Felipe aveva aperto un negozio di dischi a Genova. Ci si rivide dopo secoli...e fu come se non ci fossimo mai persi di vista (adesso che sto rileggendo il tutto sembra la storia d'amore fra due omosessuali... O__o).
E poi qualche visita reciproca sporadica, birre e musica ovviamente. Ci sentiamo ogni tanto. Anzi, ci saremmo dovuti vedere la settimana scorsa ma alcuni eventi mi hanno distratto. Rimedierò presto.

Insomma, adesso il negozietto a Genova è chiuso...peccato. Il Felipe ha compiuto da un pezzo 30 anni. Io fra meno di una settimana ne farò 29...sono passati 15 anni dalla prima volta che ci siamo incontrati.
Però c'è un passaggio del suo blog, in cui racconta di quando ci siamo rivisti dopo tanto tempo, che voglio citare:

"Sabato sera ho fatto un serata di gran revival con un mio vecchio compagno di scuola del Liceo.Tato, so che sei uno dei pochi sfegà che ogni tanto legge questo blog. Ti ringrazio per la serata di sabato. Quando hai detto: "alla fine io sono lo stesso cazzone di dieci anni fà" mi hai commosso anche perché mi ci sono ritrovato anch'io in quella frase. Tato, noi spaccavamo già nel 1989 e spacchiamo pure ora, fidati."

martedì, ottobre 05, 2004

Da codesta mattina risulto ufficialmente disoccupato. I miei vari impegni con l'università sono terminati. In questo momento sono in ufficio che sistemo i miei incartamenti, domani dovrò tornare per recuperare i file sull'hd dopodichè tornerò ancora qua per fare qualche visita di cortesia ma niente di più. Salvo sorprese dell'ultimo momento.
E' un ambiente strano questo, ma molto bello. Farò un po' di fatica a cambiare. Interrompo qui una collaborazione praticamente continua iniziata nel 2001, subito dopo la mia laurea.
D'altronde la vita funziona sempre così. Per fortuna ho tanti amici qui che vedo anche al di fuori dell'ambiente accademico, di conseguenza il distacco sarà più facile.

Per tutto il resto, il mio inguaribile ottimismo mi fa ben sperare...non sono certo il tipo che si scoraggia facilmente. Magari sull'istante sarò un po' così ma poi mi passa e inizierò qualcosa di nuovo. E questo mi attira e mi stimola molto. Se continuo di questo passo farò la fine di Leonardo da Vinci: saprò un po' di tutto.

Se questa sarà la mia sorte, da grande penso che farò l'ospite fisso tuttologo da Maurizio Costanzo oppure mi proporrò come novello Pico de Paperis.

sabato, ottobre 02, 2004

E anche il venerdì sera è andato.
Passa Ema da me intorno alle 21 e, dopo un pit stop dal tabacchino per prendere le Chesterfield rosse per Giorgio, giro il muso della macchina e rotolando sull'asfalto avvolti dalle note dei Liquid Tension Experiment ci avviamo verso la saletta prove.
La strada è sempre uguale, di volta in volta. Non cambia mai. Anche il paesaggio che scorre ai lati della macchina non muta di una virgola, se non nella vegetazione man mano che procedono le stagioni. Quella strada l'ho vista inondata dal sole, avvolta nella nebbia, umida di pioggia, pesante per la neve, bloccata dal ghiaccio, di giorno, di notte, da solo, in compagnia, in auto, in bici, sul furgone quando suoniamo in giro. E quel tragitto è una sorta di punto della situazione della giornata appena trascorsa. E' uno dei simboli del weekend che sta iniziando...mi fa effetto percorrerla durante un qualsiasi altro giorno della settimana.

Quella strada è il venerdì sera.


venerdì, ottobre 01, 2004

No One Is To Blame - Howard Jones

You can look at the menu, but you just can't eat
You can feel the cushion, but you can't have a seat
You can dip your foot in the pool, but you can't have a swim
You can feel the punishment, but you can't commit the sin

And you want her, and she wants you
We want everyone
And you want her and she wants you
No one, no one, no one ever is to blame

You can build a mansion, but you just can't live in it
You're the fastest runner but you're not allowed to win
Some break the rules, and let you cut the cost
The insecurity is the thing that won't get lost

And you want her, and she wants you
We want everyone
And you want her and she wants you
No one, no one, no one ever is to blame

You can see the summit but you can't reach it
It's the last piece of the puzzle but you just can't make it fit
Doctor says you're cured but you still feel the pain
Aspirations in the clouds but your hopes go down the drain

And you want her, and she wants you
We want everyone
And you want her and she wants you
No one, no one, no one ever is to blame

No one ever is to blame
No one ever is to blame

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Ieri sera sono andato ad Asti.
Con le mie possenti chiappe poggiate su una non comodissima seggiola, arrampicato ai piani alti della sala, la mia figura si stagliava in mezzo al pubblico del Teatro Alfieri, accorso in numero non eccessivo (e quelli che non sono venuti si sono persi un gran bello spettacolo) per assistere allo show acustico di Mr. Howard Jones, uno dei tastierai più noti e dotati del rutilante mondo del pop 80's. Accompagnato dal suo chitarrista (ovviamente acustico dato il tiro della serata) Mr. Jones si è presentato con una mise impeccabile: camicia bianca, pantaloni neri cosparsi di paillettes, scarpe nere di vernice e una capigliatura, leggermente torturata da calvizie, di un naturalissimo color biondo platino.
Seduto davanti al suo Fazioli a coda intera, Howard Jones ha snocciolato i suoi successi più grandi e altri brani del suo repertorio (più Tiny Dancer di Elton John) spogliati dell'orpellume elettronico, mettendo a nudo la purezza e la semplice efficacia delle sue idee.

L'atmosfera molto raccolta e d'effetto del Teatro Alfieri ha conferito valore aggiunto allo spettacolo, molto semplice nel suo concetto ma altrettanto coinvolgente. Io non sono un grande fan di Howard Jones (se escludiamo No One Is To Blame che letteralmente adoro e qualche altra canzone) però ho veramente goduto, musicalmente parlando: il suono caldo della chitarra acustica, la maestria di Jones al pianoforte, la sua voce che ben poco ha perso in tutti questi anni, certe atmosfere molto eighties riplasmate e rese attuali. E soprattutto il senso di complicità fra artista e pubblico che ha reso più caldo il concerto.
E' stato un intimo revival dei tempi andati. Certo, adesso c'è qualche capello bianco, qualche ruga in più ma la classe è sempre quella, immutata e cristallina.