Il punto di vista dell'osservatore pratico

A MIND IN PROGRESS

venerdì, luglio 30, 2004

Bon, l'ultimo cliente se n'è andato. Adesso pulisco il bicchiere, dò una passata al bancone e tiro giù la serranda.

Chiuso per ferie fino al...

Ho appena finito di fare le ultime telefonate, ho mandato gli ultimi fax, adesso non mi rimane che riordinare la scrivania, portarmi a casa quello che è mio, recuperare un paio di files che mi servono per il lavoro che devo fare ad agosto e poi fino a settembre non rimetterò più piede in università.

Sono rimasto veramente l'ultimo. Le ultime persone che ho salutato con un "buone ferie" sono andate via circa un quarto d'ora fa. E quindi, nella certezza di non disturbare nessuno, ho messo su il doppio live della PFM...

Andare per andare via
Io non cerco una città
Ma il confronto di un'anima con la sua libertà.
Andare andare andare andare andare via
Dove non ti perdi mai
E si ostinano a vivere i grandi sogni miei

E nel frattempo mi aggrappo ad una serie di ricordi per poter gustare nuovamente l'intensità di quello sguardo, il calore di quel sorriso che mi ha illuminato un paio di giorni fa. La distanza è aumentata ma il pensiero è sempre rivolto lì. Come se cercassi con gli occhi la stella per orientarmi.

Guarda, cerca, corri lontano, vola!
Hans il mercante aspetta lontano, vola!
Piccolo uomo, signore del mondo vai!

Non so se insistere. Non vorrei distruggere e dunque far soffrire però non è facile capire quando e soprattutto se ci si deve fermare. Vorrei poter correre a testa bassa, nella certezza di non andare a sbattere contro un muro. Perchè alla fine un muro, cazzo, spunta sempre.
Forse non vedere certi posti mi può aiutare ad essere un po' più oggettivo...però non so se voglio essere razionale e freddo. Anzi, a dire la verità proprio non ne ho voglia. Però ho paura di essere cagione di sofferenza. E non se lo merita.

Un bel problema, senza dubbio. Ho capito...anche se ormai ho finito di andare a scuola da un pezzo, mi porto a casa un po' di compiti per le vacanze.

Uno come me, scarpe bianche come me
Canta sempre per la gente
Quante ci ho provato, quante volte ci proverò
A far cantare le mie mani

giovedì, luglio 29, 2004

Ieri pomeriggio ho parlato a lungo con una persona. Eravamo io e lei, seduti di fronte l'un l'altra.
E per la prima volta l'ho guardata profondamente negli occhi, come mai mi era capitato in precedenza. Normalmente non fisso mai le persone mentre parlo con loro, o almeno lo faccio ma non con insistenza.
Ma ieri pomeriggio c'è stato un attimo in cui non ce la facevo proprio a distogliere lo sguardo. E più la osservavo più mi rendevo conto della sua bellezza. Ma non la bellezza esteriore, quella fisica, la più immediata e tangibile. Parlo di una ricchezza interiore che ovviamente traspare nei piccoli gesti che compie ogni giorno. Ma che non emerge sempre tutta. O per lo meno non è facile da apprezzare subito nella sua intierezza.

Non penso di averla colta in toto ma ho iniziato a scorgerla. Ed è stupefacente. Ha una luce tutta sua, un'energia che investe. E quasi mi sentivo in soggezione. Il tempo si è arrestato, di sottofondo le macchine che passano e la gente che parla ad alta voce. E poi per un istante non si è sentito più niente. Quel vuoto vorticoso che ti fa girare la testa, come quando entri in una gigantesca e fresca cattedrale.

Si è creata una sorta di ritmo, di frasi che seguivano altre frasi. Parole che continuavano a scorrere, concetti messi a nudo, intese, scambi di idee sulla vita, l'ambizione, la scrupolosità, la paura, l'insicurezza. Ma tutto in maniera fluida, un costante scorrere di parole che parevano musica, una suite lunghissima. Interrotta da qualche battuta e un cenno di sorriso. Ma un sorriso per nulla sguaiato o scomposto quanto piuttosto una carezza calda e quella luce negli occhi che non ha mai smesso di brillare.

E io sono rimasto lì, a guardare affascinato, conscio del fatto che un momento del genere non sarebbe durato per sempre. E ho cercato di approfittarne il più possibile, assorbendo quell'energia positiva che avvertivo.
Non bastano queste poche parole per poter descrivere quello che ho visto ieri pomeriggio, non rendono per nulla giustizia, ne servirebbero altre forse di più belle.

Magari un giorno le troverò, però tu non ti offendi vero? Sì, sto parlando con te...non voltarti per vedere se ce l'ho con un'altra persona.

Questo è un piccolissimo omaggio.

martedì, luglio 27, 2004

E con oggi è una settimana che quei simpaticoni della Telecom, appena informati del mio passaggio a Fastweb, mi hanno segato la connessione ADSL a casa. E quindi mi trovo costretto in questo esilio accademico per poter leggere la posta e dare un'occhiata ogni tanto ai vari ng che seguo.

Ma non è stato un errore: a quanto pare tutti quelli che hanno sottoscritto un contratto con Fastweb per internet e il telefono hanno avuto qualche piccolo disguido con la linea telefonica, annessi e connessi inclusi. Che strano. Anche professionisti che con la rete ci lavorano, mica solo dei perdaballe come il sottoscritto.

Comunque, ho assaporato nuovamente la beltade dei tempi andati, quando internet sembrava solo la storpiatura del nome di una nota squadra milanese di football...mi sono dedicato ai concerti, ai film, alle partite a carte, a qualche passeggiata per la città per andare a bere un caffè con qualche amico...insomma, non ho trombato lo stesso. Quindi non è cambiato granchè.
Almeno davanti al pc potevo guardare qualche donnina e qualche filmatino...adesso mi tocca aspettare fino a tarda ora per vedere qualcosa di vagamente accettabile in tv.

Ieri sera, mi sono guardato il film sulla vita di Jerry Lee Lewis, Great Balls Of Fire, del 1989 con Dannis Quaid e dopo uno con Giovanna Mezzogiorno, Ferzan Ozpetek alla regia, ma non mi ricordo il titolo...ah sì...La Finestra Di Fronte.
Però mi sono dimenticato della monografia dedicata ai Rush, trasmessa su RockTv qualche giorno fa, forse proprio domenica. E dunque sono riuscito a vedere solo i video di Limelight e Trees. E ciò non è bene.
Sabato, facendo un po' di ordine nel caos primordiale sulla scrivania, ho ritrovato una vhs sepolta e dimenticata da svariati mesi, senza etichette. Sorpresa: vecchie puntate di Futurama registrate. Devo ancora finire di guardarla.

Sempre sabato mi è arrivato il dvd di Live At Pompeii - The Director's Cut dei Pink Floyd. E direi che l'acquisto è da raccomandare a tutti gli appassionati di rock. Due ore...forse, non ho cronometrato...di rock-immagini-suggestioni fra i resti di Pompei, i fanghi di Pozzuoli e gli studi di Abbey Road.
Meraviglioso...il cane che canta blues, Set The Control For The Heart Of The Sun da brividi, le facce tranquille di Mason-Wright-Gilmour-Waters che suonano come se stessero andando in bicicletta, le interviste e le riprese durante le registrazioni di The Dark Side Of The Moon, Gilmour seduto e piegato sulla sua Fender, che caccia fuori un suono che fa accapponare la pelle, Waters che pasticcia con aggeggi elettronici, Mason che scassa le palle per avere una fetta di torta senza bordo nello spaccio della EMI, Echoes in testa e in coda al film.

Cioè, se non l'avete ancora, filate immediatamente dal vostro negoziante di fiducia o ravanate in rete. Dovete assolutamente comprarlo. Punto.

 

martedì, luglio 20, 2004

Oggi è una giornata strana. Mi sono alzato più tardi del solito (le 8.15). Sono arrivato in ufficio e mi sono messo a chiacchierare con la responsabile della ricerca alla quale sto partecipando. E ovviamente non ho combinato niente (se escludiamo circa mezz'ora di dialogo per fare il punto della situazione).
 
L'atmosfera che ormai si respira è quella delle ferie. Qui tutti, più o meno, sono in partenza o sono già partiti. E io forse, quest'anno, resto qui. Il mio obiettivo era di andare a bagnare i piedi sulla riviera ligure ma, a quanto pare, l'operazione difficilmente andrà in porto.
 
Sono anche abbastanza scarico mentalmente. Non ho molti argomenti di discussione. Probabilmente mi farebbe bene un po' di eremitaggio da qualche sperduto sul globo terracqueo.
 
Anche col mio simpatico complessino la situazione è stazionaria, poichè le ferie allontanano le prospettive di suonare in giro, almeno nel breve periodo.
Forse questa sera proveremo con un'ospite, una cantante molto brava che fra le varie cose si occupa dell'organizzazione della manifestazione musicale che si tiene annualmente nel suo paesino, nella Langa astigiana. Il ganzo di questa signorina, anch'egli musico, ha organizzato codesto happening musicale (cliccate per avere informazioni) che si svolgerà a Calamandrana (che è in provincia di Asti), il 23 e 24 luglio. Magari ci fo un salto.
 
L'altro giorno sono tornato a calcare i campi di erba sintetica per una partitella a calcetto. Durata (non della partita ma del mio fisico): 10 minuti. Poi sono allegramente collassato, non prima di aver dispensato un sontuoso taglio per la mia punta che ovviamente si è mangiata il gol. Le condizioni climatiche erano avverse, nel senso che abbiamo giocato giusto giusto nelle ore più calde della giornata. Io ero armato di pantaloncini, scarpe, bandana in testa e occhiali da sole: un coatto fatto e finito, con tanto di adipe saltellante, giusto per aggiornarvi circa la mia possente tenuta atletica.
 
Avete presente Maradona? Ecco, ho la stessa panza e prestanza. 
 

venerdì, luglio 16, 2004

Ieri pomeriggio ho visto un uomo tondo, perfettamente tondo.
Un sfera da manuale. Se fosse caduto avrebbe iniziato a rotolare, davvero!
 
Si vede che siamo a fine settimana, eh? Venerdì. La bocchetta dell'aria condizionata nel mio ufficio fa un casino incredibile ma tanto non so fino a quando starò qua con le chiappe poggiate su questa poltrona quindi...
 
E' quasi una settimana che la mia vena compositiva è scarsa se non addirittura inesistente. Più di una volta ho aperto la paginetta di blogger per buttare giù due righe ma alla fine non sono riuscito a scrivere una beneamata cippa.
 
In questi giorni sto variando notevolmente i miei ascolti.
Fino all'altroieri girava a nastro sul mio stereo e nell'autoradio Burn dei Deep Purple. Il primo album con Coverdale e Hughes. Non mi dispiace per niente, anzi. A parte la title track, c'è You Fool No One, Mistreated, Sail Away. No no, è proprio fico!
Poi Plastic Ono Band di John Lennon, un greatest hits dei Toto, La Descrizione Di Un Attimo dei Tiromancino, Ok Computer dei Radiohead, Unweaving The Rainbow dei Frameshift (progetto di James LaBrie dei Dream Theater), qualcosa in ordine sparso dei Dream Theater, Fireball dei Deep Purple.
 
Ieri mio fratello si è portato appresso un paio di cd per intrattenersi nel tragitto da casa a lavoro. Fra questi Countdown To Extinction dei Megadeth. Ieri a cena canticchiavamo le linee melodiche dell'omonima canzone. E ho fatto un salto indietro di quasi 10 anni, quando con la mia prima band ci cimentavamo con questo brano.
 
Correva l'anno 1995, il simpatico complessino si chiamava (orribilmente) DoomGate. Il fervore metallico ci animava e ci portava ad essere abbigliati regolarmente di nero, a sacramentare peggio di un camallo turco...altro che Bestie di Satana...io suonavo sulla mia vecchia batteria azzurra, con piatti Paiste (che peraltro non ho mai più abbandonato). Poi c'era il bassista, un ex compagno delle elementari di mio fratello, il cantante e un chitarrista (che adesso suona nei Secret Sphere)...Aldo, tanto per intenderci.
La prima volta che sentii Aldo rimasi impressionato: si stava scaldando con Eruption di Van Halen e all'epoca mi sembrava la cosa più fica che un chitarrista potesse fare. E poi abbiamo buttato giù i pezzi...quasi tutte cover: Countdown To Extinction (Megadeth), For Whom The Bell Tolls (Metallica), Anarchy In The UK (nella versione dei Motley Crue), qualche pezzo dei Nirvana...che cantavo io...figuriamoci O__o e poi qualche pezzo nostro. Tra l'altro uno di questi, di cui non mi ricordo neanche il titolo - forse non ce l'aveva neanche, aveva il riff letteralmente rubato a Heaven Can Wait dei Gamma Ray.
Inutile dire che di concerti non ne abbiamo fatto neanche uno. Siamo stati un gruppo da sala prove e cazzeggio violento...ah...mi è venuto in mente che facevamo un medley dei Metallica con One, Seek & Destroy e forse qualcosa d'altro...dicevo, siamo stati un gruppo da cazzeggio violento, serietà zero, divertimento e birra a fiumi.
Poi Aldo decise di unirsi ad un altro gruppo e il tutto andò pian piano in vacca.
 
Io poi cambiai gruppo e genere musicale. E poi vennero gli Eleusi (che il Signore li conservi in salute!) dei quali rimarrò per sempre innamorato, poi il grande ritorno di fiamma metal con i Black In Mind e infine i simpaticissimi e parecchio sfigati (viste le ultime disavventure) Cognizione Zero.
 
Però adesso mi conviene lavorare un po'...magari domani vi racconterò degli Eleusi...

mercoledì, luglio 14, 2004

Per oggi solo un testo

Muovo Le Ali Di Nuovo - Tiromancino da La Descrizione Di Un Attimo (2000)

Che giorno sia non sai mentre vai
dove adesso non mi vedi
ovunque sei sarai
dentro i miei sogni ormai
Muovo le ali di nuovo
riprovando a non cadere da solo nel vuoto
per cominciare a diventare così com'é che avrei dovuto
solo se avessi comunque davvero voluto
tutte le cose che vedo
così nuove che a volte nemmeno ci credo
ed ho paura che il calore di un raggio di sole che ho sopra la testa
sciolga le ali di cera o mi abbagli la vista
e ora non starmi a sentire
tanto guarda ho anche paura di farti capire
sono bene o male solo soltanto parole
come gocce che non cambiano il livello del mare
non scende e non sale
ma sotto qualcosa si muove
e sono tutte quelle voci che tornano nuove
e tornano più forti in un giorno come gli altri
Muovo le ali di nuovo
verso un posto nuovo
muovo le ali di nuovo
perchè cerco un posto nuovo
muovo le ali di nuovo
verso un posto nuovo diverso
Dentro ai miei sogni ormai cosa c'é e cosa resta
soltanto i mostri che ho dentro alla testa
non era oro quello che brillava
non era eterno quello che restava
non era amore neanche quello che mi amava
eppure mi sembrava
la sola cosa sicura che avevo
ma mi sveglio lentamente
non può piovere per sempre
nessuno ti dice mai niente
infatti a me nessuno mi ha detto mai niente
e qual'é veramente il problema
rimanere da soli o cambiare sistema
e se una cosa importante vale meno di zero
e una cazzata qualunque diventa un delirio
io spingo e vado avanti in questo giorno come tanti
E allora tiro due righe sul conto
e sono stanco di scappare da quello che ho intorno
perchè ho bisogno di provare di nuovo da solo a capire se cado
come se avessi comunque davvero vissuto
muovo le ali di nuovo
verso un posto nuovo diverso

venerdì, luglio 09, 2004

La tensione, l'adrenalina che ti scorre nelle vene, l'attesa spasmodica di calcare il palco e fare musica. La voglia di suonare e di divertirsi e di coinvolgere le persone. Anche la possibilità di far dimenticare i problemi di tutti i giorni anche solo per un paio d'ore.

Ecco. Immaginate tutto questo.

Bello eh?

Ora, provate a elaborare anche quest'altro concetto: il concerto è annullato.

Proprio così, il rutilante show dei Cognizione Zero è stato rimandato a data da destinarsi. Per problemi di ordine pubblico. Purtroppo il locale che ci avrebbe ospitato è troppo piccolo e già dalle prime ore di questa mattina la calca nell'attesa di accaparrarsi un biglietto era indicibile. Immaginate il centro di una cittadina di media grandezza completamente intasato da una folla (soprattutto femminile) urlante ed isterica.

Il quotidiano di Tortona titolava a caratteri cubitali: Cognizione Zero. I nuovi Beatles?.
Quindi, di comune accordo con il gestore del locale, le forze dell'ordine, la curia e i ministeri della difesa e degli interni, abbiamo deciso di sospendere il concerto.
In questi istanti il corpo municipale tortonese, sotto la guida del comandante Bava Beccaris, sta disperdendo la folla che non ha gradito la decisione congiunta.

Purtroppo lo scorso weekend, nei paraggi del localino ove avremmo dovuto donare i nostri statuari corpi alla musica, si è verificato qualche piccolo inconveniente di ordine pubblico, a quanto pare cagionato da una sparuta cricca di avventori alticci. Di conseguenza, a scopo cautelativo, il concerto è stato rimandato a data da destinarsi, molto probabilmente a settembre.

Di conseguenza, stay tuned per le prossime date live.

Cognizione Zero have just left the building...

mercoledì, luglio 07, 2004

Mi sono tosato il crine, ho sfoltito la zazzera, ho dato un'occhiata veloce ai vari ng e alla posta.
Paglia fumata e ormai spenta nel posacenere.
Fuori piove e si alzata un po' d'aria fresca.
Le finestre di camera mia sono spalancate. Stanotte si dormirà d'incanto.
Doccia...e frase della buonanotte.

Drugo sa aspettare - da "Il Grande Lebowski"

Nei miei vagheggiamenti insani da "ultima mezz'ora in ufficio" sono capitato sulla home page de La Repubblica e ti trovo quest'articoletto.
In poche parole, c'è un gruppo ambientalista dal pittoresco nome di "Fuck For Forest" che si adopera in siparietti di sesso in pubblico per raccogliere fondi per la salvaguardia del patrimonio forestale (e dunque immagino che siano anche contrari alla depilazione pubica o rasierte...).

Detto questo, mi è venuta in mente una brillantissima idea, il tutto ovviamente con scopi nobili e meritevoli di pubblica attenzione ed ammirazione.

Orbene, per debellare l'ormai insopportabile e suppurata piaga della fame nel mondo, ho deciso di produrre (economicamente ed artisticamente) dei filmini a sfondo anatomico.
In qualità di produttore e principale attore protagonista, offro una location bucolica e al riparo da sguardi indiscreti.

Ho già buttato giù un paio di sceneggiature. I titoli momentanei sono:

- Le coltivatrici dirette
- Guarda come crescono le zucchine

Per il casting, contattarmi in privato all'indirizzo email linkato qui a lato.
Mi raccomando, cerco ragazze volonterose ma soprattutto animate da profondi valori etici e spiccata attitudine a dar sollievo a chi si trova in difficoltà.
Sono tornato.
Cioè, sono tornato ieri sera alle 2.
L'andata è filata liscia, se escludiamo il fatto che ho sbagliato strada sulla tangenziale di Milano, sono rimasto imbottigliato nel traffico e mi sono perso a Bergamo.

Il concerto...che dire...sono soddisfatto per aver sentito finalmente A Change Of Seasons e Fortune In Lies live, però mi mancava entusiasmo. Oddio, non mi è dispiaciuto però mi sembrava di vedere qualcosa di già visto, trito e ritrito.

Sì sì, la mia convinzione è sempre più ferma: non penso che andrò ancora a vedere i Dream Theater.

Per contro, ho avuto il piacere di rivedere, anche se solo per pochi minuti, il Genzo, bergamasco autoctono. Era da gennaio che non ci beccavamo, in occasione di un concerto dei Killer Queen a Moncalieri.

Il viaggio di ritorno è andato liscissimo, non c'era praticamente nessuno per strada, tranne un francese di merda che a momenti mi viene addosso in autostrada perchè il coglionazzo non ha visto che stavo sorpassando.
E ho avuto modo di constatare che la tangenziale di Milano di notte è quanto di più deprimente esista. Non che mi aspettassi Copacabana, per carità, però il paesaggio circostante era veramente da suicidio. E poi c'era anche un filo di nebbia che rendeva il tutto ancora più suggestivo.

Ora purtroppo devo interrompere qui: devo andare da un otorinolaringoiatra a prenotare un trapianto di timpani. E mancano ancora all'appello le prove col gruppo domani sera e il concerto di sabato...

martedì, luglio 06, 2004

Quali sono le motivazioni che fra pochi minuti mi spingeranno ad appoggiare il culo sulla macchina e partire alla volta di Bergamo per vedere per la quinta volta (e quarta dal 2002) i Dream Theater? Ma soprattutto spendere 38 euri di biglietto più un aggiunta di gasolio e autostrada? E tornare a casa ad ore improponibili e dormire 4/5 ore al massimo?

Queste sono belle domande.

I cinque newyorkesi (che poi sono 4 dato che LaBrie è canadese) sono fra i miei preferiti. Grande musica e grandi musicisti. Anche se dal 2001 fino ad oggi la loro vena artistica sembra si stia esaurendo. Certo, fra tour, clinics, progetti paralleli ed amenità varie, in questi ultimi anni hanno lavorato parecchio. Però la qualità di alcuni loro lavori non è stata mai più raggiunta.

Suono, ed è un motivo che mi spinge a vedere i loro live shows: mi diverto, sono spettacolari, forse eccessivamente esibizionisti, quasi dei fenomeni da baraccone.

A Roma, un paio di giorni fa, hanno proposto quasi tutto il loro ultimo lavoro, Train Of Thoughts, uscito nell'autunno del 2003, più qualche brano un po' meno recente. A vedere la scaletta non mi pareva niente di che.

Ieri sera a Firenze hanno attinto a piene mani dai loro lavori un po' più datati, tirando fuori dal cilindro Afterlife, tratta dal primo album, ma soprattutto la mastodontica A Change Of Seasons, suite di 23 minuti da far accapponare la pelle.

A questo punto, stasera a Bergamo cosa suoneranno? Speriamo in cose un po' più vecchie. E' la loro ultima data italiana di questo minitour estivo...speriamo che siano riconoscenti nei nostri confronti (già la loro presenza qui in Italia è un regalo per noi fans).

Di certo, fino a che non uscirà un nuovo lavoro, non penso proprio che andrò ancora a vederli. E comunque deve essere veramente qualcosa di spettacolare.
Anche perchè, a furia di presenziare ai loro concerti, mi sembra di produrmi in un'attività del tutto routinaria, mi sembra di perdere tutta quell'emozione e quella tensione tipica di ogni concerto.

A dire il vero, al momento, la mia unica preoccupazione è quella di non beccare tonnellate di traffico sulla tangenziale di Milano e sulla A4, che dopo una certa ora pare un serpente immobile di automobili.

Postilla: mi auguro che sia veramente un concerto indimenticabile, altrimenti mi mangerò le palle perchè con i soldi del biglietto potevo comprare un splash da 10" usato e in ottimo stato.

lunedì, luglio 05, 2004

Eccomi, esattamente 24 ore dopo il mio ritorno in terra natia, reduce da questo weekend tutto rock e salsedine (ci avrei voluto aggiungere un po' di gnocca ma vabbè, sarà per la prossima volta).

Il concerto dei Killer Queen è stato molto bello come al solito...peccato che le esigenze di tempo li hanno costretti a tagliare la scaletta e dunque non sono più riusciti a salire sul palco (brrr...questa è brutta forte...).

Qualche istantanea:

1. la chiacchierata con Daniele Trambusti, gran batterista rock, nell'aftershow (LOL!). That is to say mezz'ora e più dispersi fra poliritmie, Mike Portnoy, Frank Zappa, la chiave per accordare i tom, Vinnie Colaiuta, il prog anni '70, la tecnica e l'approccio artistico;

2. la faccia di Raffaele quando gli abbiamo dato la targa (cazzo, stavo per scrivere: "quando gli abbiamo dato le terga");

3. il mare! le onde! la sabbia! il vento! YEAHHHHHH!!!;

4. gli sms ad un'amica che stava sui libri a studiare a Torino mentre io mi rosolavo al sole come una fettina di maiale;

5. la vita che c'è a Viareggio, i Mr.Funk (non me ne voglia la tribute band a Vasco);

Ma soprattutto i ragazzi del ng. Oh, ne viene sempre fuori una eh! Non ci si annoia mai e ci si sbraga in 4 dalle risate.

Ah, dimenticavo: volete provare la sensazione fastidiosa di essere osservato con un pizzico di odio dai vostri vicini di ufficio? It's easy: basta che ti presenti abbronzato dopo un weekend al mare. In più riscuoti anche un discreto successo poichè a causa della tintarella (che nel mio caso è più un'ustione) la gente si ferma per chiacchierare.

E poi stamattina il dolce risveglio: come al solito esco che non sono neanche le 8 per la passeggiatina col mio amico peloso. E mentre la creatura a quattro zampe mi trascina letteralmente in giro, il mio passo certamente poco saldo incoccia in un pezzo metallico, tipo quello delle grucce appendiabiti (o ometti), cha amabilmente mi graffia lu piede.

L'effetto è stato questo: immaginate una spiaggia bianca, il mare leggermente mosso ma non troppo, l'azzurro del mare ed il bianco dei fondali, un crocchio di palme che con la loro ombra ti difende dal sole, la brezza che accarezza la tua pelle e tu...con gli occhiali da sole sei sdraiato appoggiato ad un vecchio tronco ormai secco, con in mano una pinacolada, uno spinello e contornato da magnifiche donne ignude!
Poi ti cade una noce di cocco in testa, lo stridio della puntina sul disco:

STRONZO, STAI ATTENTO A DOVE METTI I PIEDI!

venerdì, luglio 02, 2004

Finalmente il weekend. Per tirare il fiato e divertirsi con gli amici.
Come già detto, in questi due giorni bazzicherò fra Versilia e Firenze (più o meno).
Lo zaino a casa è già pronto, stamattina sono in ufficio per sistemare due o tre cose ma non so quanto riuscirò a combinare, dato che fra un'ora impaglio i tondi e me ne torno a casa per la passeggiatina fisiologica col mio amico peloso, per un pranzo veloce e per la fuga in stazione a prendere il treno per Genova.

Ma soprattutto vado AL MARE. Era ora. Non ne posso più dell'afa, della banfa che viene su dalle strade, dei tramonti in pianura velati dall'umidità. E' necessario staccare un attimo, anche solo per 48 ore.

Ieri sera prove col simpatico complessino: ho suonato veramente da cane, però questa volta il nostro spettacolo inizia ad essere un po' più organizzato e coerente. Ci è voluto un po' di tempo per riuscire ad amalgamarci dato che siamo in 7. E ci è voluto un po' di tempo per far apparire sensato un coacervo di 25 canzoni che hanno poco da spartire l'una con l'altra.

Non vedo l'ora che sia il 10! Non vedo l'ora di essere comodamente seduto dietro la mia batteria. Che poi quando suoni certamente sei concentrato su quello che fai però poi ti guardi intorno, scruti le facce di chi ti ascolta, guardi i tuoi soci che suonano, osservi le dinamiche che si sviluppano. Sarà interessante, perchè di fianco ci sono due vetrate che danno sui portici della via Emilia e quindi magari darò un'occhiata alla gente che passa, che magari ci guarderà incuriosita.

O forse è meglio che mi faccia gli affari miei e stia bene attento a quello che suono. Che poi all'inizio sei sempre teso come una corda di violino, pensi alla prima canzone, a quel fill, allo stacco, al finale di quell'altro pezzo, al bridge nel medley, ti vengono in mente i passaggi che ritieni il classico "ostacolo" da saltare. Poi il tempo scorre, i brani si susseguono, sbuffo, sudo, mi produco nel mio solito campionario di facce e quasi non mi accorgo che siamo all'ultima canzone.

Non fai a tempo ad iniziare suonare che già ti ritrovi, a conecerto finito, in piedi che bevi una birra e guardi il tuo strumento, che dice: adesso che sei stanco, sudato e avresti voglia di non fare un cazzo...beh, mi devi smontare e caricare sul furgone!